L’itinerario verso valle scende in Piazza III Alpini, attraversa la SR 23 e percorre via Don Bosco, Via re Umberto e via Roma, per immettersi in via Gütermann. In quel punto è presente il pannello illustrativo del successiva porzione di percorso.
Anche questo tratto è tutto in fondo asfaltato, percorribile facilmente sia a piedi che in bicicletta, senza particolari sforzi in quanto il dislivello è sempre negativo.
Attraversata piazza III Alpini e la SR 23, subito si incontra il monumento al Dahu [B1], scolpito nel legno di un antico cedro del Libano, pianta secolare di proprietà privata che purtroppo si è dovuta abbattere nel 2019. La scultura rappresenta il Dahu, che dall’alto troneggia sugli gnomi delle miniere, con riferimento alla leggenda che li voleva impegnati nell’estrazione dell’argento dalle gallerie scavate nel Monte Bocciarda.
Poco oltre, la piscina [B2], il bocciodromo [B3] e il Padiglione polivalente Plan de la Tour [B4].
Scendendo lungo via Don Bosco, sulla sinistra si scorge il Parco “E. Gay” [B5], parco pubblico intitolato ad Enrico Gay, partigiano caduto nella guerra di liberazione 1943-1945. Al suo interno è possibile trascorrere momenti distensivi e riposanti ai bordi del laghetto dei cigni tra varie essenze locali ed esotiche o presso le tre serre riconvertite, che ora ospitano la sede della Pro Loco, l’incubatoio ittico e la sede dell’A.N.P.I., Associazione nazionale Partigiani d’Italia, che contiene la mostra permanente dedicata alla resistenza nelle Valli Chisone e Germanasca.
Il parco era in origine (1856) di proprietà della famiglia Bolmida, che aveva impiantato fin dal 1835 una filanda per la produzione di seta reale.
Al termine della discesa, svoltando in Via Re Umberto, ci si immerge progressivamente in quella che fino al 2011 era la zona industriale del paese. Sulla destra oltre il fiume, si vede la centrale idroelettrica [B6] che riceve le acque del Chisone captate vari chilometri più a monte, in frazione Meano, dove c’è il bacino idroelettrico, e convogliate fin nei pressi della centrale mediante una galleria scavata interamente nella roccia della lunghezza di oltre 2 km.
Proseguendo verso il concentrico, si incontra l’impianto industriale realizzato dai Bolmida a metà dell’ottocento, noto come quadrilatero, in cui si filava la moresca, residuo della seta. L’opificio passò poi di proprietà nel 1883 e venne riconvertito in cotonificio.
Da allora per oltre 130 anni diede lavoro a moltissime famiglie di Perosa, della valle ma anche a numerosissime persone provenienti dal veneto, specialmente negli anni tra le due guerre mondiali, quando questo stabilimento faceva parte del gruppo “Vallesusa”, noto come C.V.S. [B7].
Nonostante varie vicissitudini e svariati cambi di proprietà, la produzione di filato di cotone di alta qualità è proseguita fino al 2011.
Dopo aver costeggiato l’antica filanda dei Bolmida [B8], ora casa di civile abitazione, si passa a fianco di un altro parco pubblico [B9], questo intitolato a L. Tron, anch’esso partigiano, sede dell’Unione Montana dei Comuni.
In origine il parco era di proprietà privata, della famiglia Gütermann, che nel parco aveva anche la sua residenza, la bellissima villa eretta nel 1895.
Giunti nei pressi del palazzo Terminal, si trova il pannello indicatore per la restante tratta del sentiero. A fianco del cancello del parco, una stele ricorda il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, qui celebrato con un riferimento al trasporto pubblico e al mitico “Gibuti”, il tram che per quasi un secolo ha risalito la Val Chisone da Pinerolo e proprio in questo punto aveva la stazione di fine corsa, da cui il nome del palazzo.