Il sentiero del Dahu si sviluppa con un percorso ad anello nella porzione bassa del territorio comunale di Roure, tra le frazioni Roreto e Castel del Bosco, e con un unico percorso nella porzione alta, verso le frazioni Balma e Villaretto. Il tracciato che interessa la parte bassa, in direzione di Perosa Argentina, può essere suddiviso in una porzione che si sviluppa lungo il versante orografico destro della valle ed in un'altra che si sviluppa lungo il versante sinistro.
Itinerario in destra orografica
Il sentiero si sviluppa lungo i prati ed i boschetti del fondovalle percorrendo una pista forestale a fondo sterrato di facile percorribilità sia a piedi che in bicicletta. Il sentiero in destra orografica, partendo dal ponte sul torrente Chisone, scende verso valle lungo la strada sterrata che costeggia il principale corpo idrico della valle; con la sua acqua vengono alimentate numerose centrali per la produzione di energia idroelettrica di cui una sorge proprio in prossimità del percorso. [C1]
Nelle vicinanze del ponte sul torrente Chisone parte anche il percorso che consente di raggiungere le pareti di arrampicata di Loc. Bourcet (circa 15 minuti) e, successivamente, il villaggio alpino di Bourcet (circa 45-60 min) [C2]. Si tratta di un antico villaggio alpino risalente al XII secolo che, nella sua storia, è stato distrutto tre volte di cui l'ultima nel 1944 per opera dei nazifascisti. Il villaggio, oggi in gran parte ricostruito e restaurato, mantiene, forse unico nel suo genere in zona, le peculiari caratteristiche dell'architettura rurale alpina.
Scendendo verso valle il sentiero transita in prossimità degli impianti sportivi di Fraz. Roreto e dell'area attrezzata. Nell'area attrezzata sono presenti alcuni imponenti castagni che, grazie alle loro fronde, ombreggiano l'area rendendola molto apprezzata nel periodo estivo [C3].
Il sentiero si snoda, procedendo verso valle, tra i prato-pascoli del fondovalle ed i boschi di castagno fino all'altezza della Fraz. Castel del Bosco da cui si dirama il Sentiero dell'Architettura Rurale che conduce alla località di Garnier [C4]; la salita nel Vallone di Garnier può essere effettuata percorrendo la strada carrozzabile sterrata o il vecchio sentiero. La località di Garnier raccoglie sotto la stessa toponomastica diverse borgate: La Rounc (non fa parte di Garnier),Vinhaso, Plevan, Puà, Bernard, Meizoun, Falcounìro, Seletta, Ort Tutte le borgate, sebbene abbandonate, rappresentano un esempio di architettura rurale alpina che consente di immaginare la vita contadina degli anni passati; in Borgata Puà è inoltre presente la Cappella di San Pietro in vincoli, eretta nel 1747 ed il relativo tabernacolo ligneo ornato a motivi rocaille a basso rilievo.
Proseguendo verso valle il sentiero continua il suo tragitto attraverso i prato-pascoli di fondo valle fino a raggiungere Loc. Selvaggio, in Comune di Perosa Argentina.
Itinerario in sinistra orografica
Il sentiero si sviluppa attraverso Frazione Roreto, Borgata Vignal, Fraz. Castel del Bosco, Borgata Combal e Borgata Serre.
Dal ponte sul Torrente Chisone il sentiero attraversa la SP 23 raggiungendo la parte più antica di Frazione Roreto [C5] caratterizzata da una via con fondo in smolleri (pietra) su cui si affacciano le abitazioni che in gran parte richiamano ancora lo stile dell'architettura dei villaggi montani. Anticamente la frazione veniva anche chiamata "Medianum" che voleva significare il villaggio a metà strada tra Borgata Vignal e Frazione Balma.
Agli inizi del '900 la Frazione di Roreto era collegata al Vallone delle Miniere della Roussa tramite una teleferica; il talco estratto in quota raggiungeva qui il fondovalle per essere caricato e trasportato verso i siti di lavorazione. Per questo motivo la Fraz. Roreto viene chiamata, in dialetto locale, "Lou Charjau" che identifica proprio il luogo in cui avveniva il carico del minerale.
Appena oltrepassata la SP 23 è possibile vedere un pilone votivo dedicato a Santo Stefano[C6] costruito nel 1929 e voluto da Battista Brun (1887/1938) che espletava l’incarico di pesatore e magazziniere del talco proveniente dalle miniere della Roussa.
Percorrendo le strade di Fraz. Roreto è anche possibile ammirare i numerosi murales, realizzati sulle pareti delle abitazioni, che rappresentano una carrellata dei vecchi mestieri presenti in valle. Uscendo da Fraz. Roreto si saggiunge una strada a fondo sterratto che taglia trasversalmente il versante, procedendo verso monte si raggiunge la Fraz. Balma percorrendo la parte alta del Sentiero del Dahu (descritta in successivi pannelli disposti lungo il tracciato) mentre procedendo verso valle si prosegue lungo il ramo sinistro orografico dell'anello, raggiungendo Borgata Vignal. Entrando in Borgata Vignal, immediatamente sulla destra, è possibile vedere il lavatoio pubblico [C7] utilizzato in passato per il lavaggio dei panni; il lavatoio non era solamente il luogo dove si procedeva alla pulizia dei panni ma rappresentava anche un luogo di incontro ed aggregazione per le donne del paese.
Dal lavatoio il sentiero percorre in discesa un tratto di strada asfaltata fino al tornante dove inizia il sentiero sterrato che conduce verso Fraz. Castel del Bosco; il sentiero attraverso un piacevole boschetto in castagni per giugere alla Chiesa di Santo Stefano [C8]. La chiesa è stata fatta edificare nel 1688 dal re di Francia Luigi XIV. Sull'esterno della chiesa, più precisamente sulla facciata sud-ovest, si può vedere una bellissima meridiana realizzata nel 1849 che, ancora oggi, è la più grande della valle.
Lasciando di poco il sentiero e scendendo all'interno di Fraz. Castrel del Bosco si può passeggiare all'interno di un centro storico composto da strade strette in pietra; anche questa frazione è caratterizzata dalla presenza di murales sulle facciate delle abitazioni: in questo caso il tema è la lavorazione del grano e la preparazione del pane.
Sempre in Frazione Castel del Bosco, appena scesi dalla scalinata che porta alla chiesa, è possibile trovare il pilone dedicato a Santa Caterina d’Alessandria nel luogo in cui anticamente, all’inizio del 1500 sorgeva l’antica cappella., a fianco le vecchie scuole elementari [C9] della frazione, attive fino al 1985 ed in parte ancora conservate con le aule tipiche. Poco più a valle si trova il forno comunale [C10] utilizzato in passato e ancora oggi per la produzione del pane da parte degli abitanti; il fono viene aperto ed utilizzato in occasioni e ricorrenze particolari (feste del paese, Natale, ...) ma anche da alcuni residenti per la produzione del pane secondo le antiche modalità di preparazione e cottura.
Di fianco al forno è presente il lavatoio comunale [C11] necessario per poter accedere all’acqua per la pulizia del forno prima di infornare i pani e utile in caso di incendio del forno stesso, ancora oggi funzionante anche se non più utilizzato per gli scopi originari; ogni frazione o borgata dispone di un lavatoio che, come accennato sopra, oltre alla funzione principale costituiva anche un luogo di aggregazione.
Procedendo in direzione della strada provinciale si può raggiungere l'Ufficio Informazioni Turistiche con, all'esterno, un punto di ricarica per le E-bike [C12] e, appena oltre la provinciale, si può trovare il mulino per cereali della frazione [C13]. Il mulino, detto a rouet, è formato da due macine orizzontali sovrapposte. Quella inferiore è fissa, quella superiore viene fatta ruotare mediante un albero verticale collegato ad una ruota a palette azionata dal flusso d'acqua del sottostante canale. Il movimento rotatorio permette di ridurre in farina il grano introdotto attraverso una tramoggia nel foro centrale della macina, la farina così prodotta cade in una sottostante cassa in legno (in dialetto "mait") da dove viene poi prelevata e introdotta nel buratto per la separazione dalla crusca.
Procedendo verso il torrente Chisone si raggiunge il luogo in cui sorgeva l’antico castello da cui deriva il nome della frazione. Infine si giunge al parco giochi della frazione, la relativa area attrezzata ed i WC pubblici [C14].
Proseguendo invece lungo il tragitto del Sentiero del Dahu si percorre un tratto sterrato in diagonale che conduce a Borgata Combal; questa strada, esistente da più di un millennio, era chiamata "le Chemin Royal" e, sulla base di antiche notizie, era l'unica strada che risaliva la valle unendo tutti i villaggi in sinistra orografica. Il fondovalle infatti, all'epoca, era alla completa mercè del Torrente Chisone.
Da Borgata Combal, risalendo la strada carrozzabile, si giunge a Borgata Serre con il relativo lavatoio pubblico [C15]. Il lavatoio era utilizzato dalle donne per lavare i panni anche d'inverno, essendo il luogo ben esposto a mezzogiorno e l'acqua non eccessivamente fredda. Una leggenda racconta che l'acqua del lavatoio, non potabile, contiene le "serpenghincia", microscopici serpentelli che potrebbero provocare gravi dolori addominali; per tale motivo l'acqua non veniva mai bevuta senza prima essere controllata nel bicchiere.
Una curiosità: la Borgata Serre è letteralmente attraversa dal confine comunale tra Roure e Perosa Argentina e, pertanto, parte dell'abitato ricade in Comune di Roure e Parte in Comune di Perosa Argentina.
Itinerario verso monte - Verso Fraz. Balma
A monte di Frazione Roreto, procedendo verso monte, si raggiunge Fraz. Balma percorrendo dapprima un tratto di strada sterrata e, successivamente, risalendo la strada asfaltata fino a raggiungere un ponte sul Rio di Balma.
Salendo verso monte si passa di fianco ad una centrale idroelettrica [C16] per la produzione di corrente, sul territorio comunale, come già accennato, sono numerose le centrali idroelettriche che sfruttano la potenza dell'acqua in caduta per la produzione di corrente elettrica.
Al ponte sul Rio di Balma è possibile inboccare la strada carrozzabile in parte sterrata ed in parte asfaltata che cunduce im prima battuta alla Borgata Chambellier e, proseguendo, al vallone delle miniere della Roussa [C17]. In Val Chisone l'estrazione del talco affonda le sue origini già nel '600 quando, questo, veniva esportato in Francia come prodotto di bellezza, ma anche, in seguito all'occupazione ed annessione della valle ai Savoia, utilizzato nel territorio piemontese; ad esempio per la produzione di ceramiche. Il polo estrattivo maggiormente esteso e produttivo era quello delle Miniere della Roussa da cui si estraeva il talco (in dialetto locale "peiro blancho"). Il sito estrattivo era collegato al fondo valle da due teleferiche di cui una arrivava in Fraz. Balma mentre l'altra, di cui si è già accennato, in Fraz. Roreto. L'attività estrattiva si protrasse fino al 1963 quando, sebbene non esaurite, le miniere furono abbandonate poiché l'estrazione non era più economicamente conveniente.