Perché il prosciutto cotto si 'sfalda' e genera un liquido biancastro? La risposta

Molte persone notano che, dopo pochissimi giorni in frigorifero, il prosciutto cotto si 'sfalda' e genera un liquido biancastro. Ecco perché si verifica questo fenomeno e qualche consiglio per conservarlo in modo ottimale.

Il prosciutto cotto è uno degli affettati più economici in circolazione. Moltissimi italiani lo apprezzano sia per il costo non altissimo che per il sapore. Non a caso, il panino con il prosciutto cotto è tra i più venduti. Esistono anche decine di versioni di sandwich complessi che contemplano questo salume tra gli ingredienti. La cattiva notizia è che sembra "perdersi" dopo due, massimo tre giorni in frigorifero. Talvolta, prendendo una fettina in mano, ci accorgiamo che la sua consistenza è diversa e spesso è permeata da un liquido biancastro. Insomma, non una bella sensazione al tatto che spesso si trasmette anche al gusto e all'olfatto.

Un piatto con del prosciutto cotto affettato
Un piatto con del prosciutto cotto affettato

Ma perché il prosciutto cotto sembra "perdersi" prima rispetto ad altri salumi ottenuti dal maiale? La risposta della scienza è che l'aumento del liquido biancastro è da ricercarsi nei batteri acido-lattici contenuti al suo interno, utili a favorirne la fermentazione. Essendo un salume ricco di carboidrati, contiene anche determinati batteri che, a contatto con l'umidità, danno vita al liquido biancastro che tutti noi onnivori abbiamo visto almeno una volta. La buona notizia è che tali batteri sono assolutamente innocui in piccole quantità e il prosciutto cotto se è solo "bavoso" e non ha un odore sgradevole può essere consumato senza preoccupazioni. La cattiva notizia è che tali batteri causano un cambiamento nel sapore dell'alimento, facendolo diventare più "acido".

Perché il prosciutto cotto genera il liquido biancastro dopo pochi giorni in frigorifero?

Il consiglio degli esperti è di mangiarne una piccola quantità per 'testarne' il grado di decomposizione. Se il sapore è particolarmente sgradevole, allora è preferibile evitare di consumarne ancora. I batteri acido lattici sono usati per la fermentazione anche di altri insaccati, così come nello yogurt e alcuni formaggi stagionati. Come evitare, dunque, che il prosciutto cotto non si 'sfaldi' e non generi tale liquido nel giro di 48 ore? Gli esperti di conservazione degli alimenti consigliano di tenerlo a temperature molto basse, che oscillino tra 0 e 2 gradi centigradi. Quando il prosciutto cotto è conservato a temperature superiori ai 4 gradi, il processo di decomposizione si accelera e diventa incommestibile nel giro di poche ore.

L'estate è finita ma su alcune città italiane proseguono le giornate di caldo intenso, in particolare nelle ore centrali della giornata. In autunno e in inverno il rischio che tale fenomeno avvenga è minore. D'estate, chiaramente, avviene il contrario e chi compra il prosciutto cotto dovrebbe tenere la temperatura del frigorifero più bassa del solito, se vuole rallentarne la decomposizione. Per la normativa italiana, prosciutto cotto è quello ottenuto dalla coscia del maiale con un elevato tasso di umidità: se è tra l'81 e l'82% è 'semplice' prosciutto cotto. Quello 'scelto' deve avere un'umidità minore, compresa tra 78,5 e 79,5%. Nel prosciutto cotto 'alta qualità' il tasso di umidità non deve superare il 76,5% e devono essere identificabili almeno 3 dei 4 muscoli principali della coscia del maiale.

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