Una coppia aveva intenzione di dare a proprio figlio un nome "storico", di un personaggio dell'Antico Egitto. Ne è nato un vero e proprio contenzioso legale, con i giudici che hanno stabilito che non fosse "legale".
Nella vita degli esseri umani tutto cambia. Uno dei pochi elementi immutati (in teoria) dal primo all'ultimo giorno è quello che in italiano chiamiamo nome di battesimo. Salvo rare eccezioni di cambi all'anagrafe, nessuno di noi lo sceglie: sono i genitori a farlo mesi prima della nostra nascita. Ecco perché la responsabilità è enorme e un nome bizzarro può segnare negativamente il destino di una persona. In questi giorni, in Brasile, sta facendo molto discutere la storia di Catarina e Danillo Primola, una giovane coppia residente nello stato di Minas Gerais. I due avrebbero voluto chiamare loro figlio Piyé, un omaggio al primo faraone nero dell'Antico Egitto.
L'uomo ha dominato per 30 anni ed ha aiutato a fondare la 25esima dinastia. Un nome breve e decisamente esotico, che però in portoghese "non funziona". Proprio così. Secondo i giudici, "Piyé" è troppo simile a "plié", un termine portoghese che indica un passo di balletto. Sebbene lo spelling sia diverso, rimane il rischio di bullismo nei confronti del bambino. La Corte di Giustizia dello stato di Minas Gerais ha stabilito che il possessore di tale nome "possa essere esposto a ridicolizzazione" da parte di altri bambini in futuro. "Lo spelling e la pronuncia del nome sono rischiosi e hanno portato alla decisione di rigettarne l'uso", si legge nella sentenza.
I due hanno spiegato di aver sentito per la prima volta questo nome esotico in una canzone del 2023, durante i preparativi per il Carnevale di Rio de Janeiro. A loro dire, chiamare Piyé il figlio sarebbe stata una mossa "molto decisa" per raccontare un pezzetto di storia della popolazione nera. "Abbiamo fatto ricerche - ha spiegato la donna - e scoperto che Piiê era un guerriero nubiano che, combattendo con le sue forze, ha conquistato il Regno d'Egitto. È il primo faraone nero della storia". Il soggetto in questione è nato nel 744 a.C. in Sudan, giovanissimo è salito al potere ed è venuto a mancare 29 anni dopo, nel 715 a..C. Dopo il suo decesso, al potere è salito il fratello, Shabako.
Danillo e sua moglie (così come loro figlio) sono rimasti per alcuni mesi in una situazione di "stallo", perché l'ufficio anagrafe ha bocciato la loro richiesta e loro hanno fatto ricorso, perdendolo infine. "Non ha potuto sottoporsi alle vaccinazioni e ad alcune visite di controllo perché non aveva i documenti", ha fatto sapere sua madre. Danillo Primola, padre del bambino, si è detto deluso dalla decisione del giudice: "Il giudice parla di rischio bullismo. Il bullismo può essere sconfitto solo studiando e intervenendo direttamente sull'ignoranza della società, come avremmo voluto fare noi". Come riporta NY Post, nel 2013 era successo che negli Stati Uniti un giudice negasse la richiesta di una famiglia di chiamare loro figlio Messiah; in Francia, di recente, sono stati bloccati due tentativi di chiamare altrettanti bambini 'Nutella' e 'Prince William', sempre per timore di futuri episodi di bullismo.
Ultima Modifica: 21 Settembre 2024 11:03