Un giovane insegnante ha raccontato un episodio surreale che lo ha visto protagonista: una giovanissima alunna gli ha consegnato un cellulare molto particolare.
La tanto invocata stretta all'uso dei cellulari in classe è finalmente arrivata. In Italia, dall'anno scolastico 2024-25, è diventato proibito l'uso di smartphone - anche per fini didattici - per gli alunni delle scuole elementari e medie. Com'è noto, oltre a essere motivo di distrazione per gli studenti, sono anche strumenti per registrare foto e video. I ragazzini alle prime armi con i social potrebbero essere incentivati a filmare comportamenti illegali da parte dei propri compagni, per poi inviare i video in chat o pubblicarli sui social, diffondendoli in tutta Italia. Di casi simili la cronaca recente è piena e l'Italia non è l'unico paese che ha vietato gli smartphone nelle scuole elementari e medie.
Lo stesso è accaduto anche in Spagna. Da quest'anno, l'uso dei cellulari in classe è proibito. Alcuni alunni lo lasciano a casa, altri lo portano con sé per usarlo prima e dopo le lezioni. Chi lo ha in tasca, è tenuto a consegnarlo ai docenti a inizio lezioni e può riaverlo dopo il suono dell'ultima campanella. Un giovane insegnante spagnolo, Álvaro, ha raccontato come hanno reagito i giovanissimi connazionali a questa nuova misura. Il video vuole essere ironico, ma i concetti espressi sono preoccupanti. Il giovane docente, infatti, ha ammesso di aver confiscato un cellulare finto alla sua alunna. E non era un tentativo di consegnarne uno finto per poter far passare inosservato quello vero, nascosto altrove. Il motivo per cui la ragazzina lo aveva è totalmente diverso.
Insegnante confisca un cellulare finto alla sua alunna, che si giustifica così
"Non so dove arriveremo - esclama Álvaro a inizio video - sanno che il cellulare è proibito, ma hanno bisogno di un oggetto simile per scaricare lo stress. Capite? Portano oggetti simili al loro cellulare, perché se non ce l'hanno provano stress. A me sembra incredibile". Nei secondi successivi, il professore ricorda che "ai suoi tempi", in classe si scaricava lo stress facendo disegnini sul diario, lancianosi addosso le gomme per cancellare o giocando con le calamite dei Pokémon. Álvaro ha concluso il video ammettendo di aver confiscato il finto cellulare alla bambina ma di non aver preso altri provvedimenti.
L'oggetto in questione probabilmente era un suo giocattolo di qualche anno fa o uno del fratellino o della sorellina. Come spiega il docente, sul retro c'è il case delle batterie, dunque probabilmente emette dei suoni quando viene premuto l'unico bottone presente. Probabilmente le pile erano assenti o scariche. D'altronde, all'alunna serviva solo come "antistress", come un 'sostituto' di quello reale, che usa per diverse ore al giorno. Siamo sui social e, com'è noto, molte persone indosiddisfatte sfogano qui le proprie frustrazioni. Malgrado l'aula sia vuota, qualcuno deve criticare l'autore del video: "Sei il primo che sta usando il cellulare in aula". Dettaglio fondamentale: la stanza è vuota e la sua giornata lavorativa è finita. Un altro commento con decine di 'Mi piace' recita: "Io usavo la penna a scatto come anti-stress. I tempi cambiano".