Un dipendente ha dato le proprie dimissioni dall'azienda per cui ha lavorato per sette anni con una mail inviata a tutti i colleghi. Il tono del messaggio è polemico e invita tutti a non "rilassarsi" e non "mettere radici" (sic).
Uno degli stereotipi più comuni sugli italiani è che, da adulti, vanno quasi tutti alla ricerca del posto fisso. A meno di episodi molto gravi, essere licenziati dal settore pubblico quando si ha un contratto a tempo indeterminato è rarissimo. Chiaramente esistono anche aziende private operative da decenni che permettono ai dipendenti a tempo indeterminato di dormire sonni tranquilli, perché una chiusura o un fallimento appaiono quasi impossibili. Un uomo americano ha deciso di lasciare l'azienda per cui aveva lavorato negli scorsi sette anni. Per essere sicuro che il messaggio passasse, l'uomo ha inviato una mail inserendo gli indirizzi di tutti i suoi colleghi nella casella "destinatari".
Questo è lo screenshot finito sulla sezione di Reddit "antiwork" (sì, letteralmente "contro il lavoro"). A postarla è stato un ex collega del dimissionario. È evidente che non sia la classica e-mail formale e cordiale: il messaggio è brutalmente onesto. "Dopo sette anni nella stessa posizione, ho finalmente deciso di liberarmi, prima che inizino a spuntare le radici sulla sedia del mio ufficio. Ho capito che è il momento di affidare a qualcun alto la battaglia contro le email infinite e le penne che spariscono. Mi sono divertito molto a vedere il colore delle mura dell'ufficio cambiare più spesso della mia posizione. Probabilmente se le mura dell'ufficio fossero parte di un sindacato, avrebbero più diritti di me. E mi ricorderò per sempre l'emozione della stampante che si blocca nel momento peggiore della giornata".
E la stoccata finale: "Grazie per tutte le risate, i drammi e le occasionali crisi esistenziali. Spero che il prossimo ruolo coinvolgerà meno fogli Excel e più divertimento!". Gli utenti di Reddit lo hanno applaudito virtualmente: "Ottima e-mail! È ironica e divertente ma non insulta nessuno". Un altro utente è d'accordo: "Scritta bene. È un modo per criticare l'ambiente di lavoro e per prendersi la responsabilità di provare a cambiare in meglio la carriera". C'è chi ha vissuto situazioni simili: "Capisco perfettamente. Sono uno dei dipendenti più produttivi della mia azienda. Ho chiesto quattro promozioni e per quattro volte mi hanno rifiutato, con scuse assurde. Sono stanco di vedere dipendenti meno meritevoli passarmi davanti".
Insomma, in una mail dal tono caustico, il dipendente ha sfogato la frustrazione accumulata in diversi anni. Nei primi mesi di lavoro per un'azienda è lecito non attendersi promozioni. Quando, però, si trascorrono sette anni a dimostrare di essere una risorsa valida senza vedere risultati in termini di promozioni, è altrettanto lecito dare le dimissioni e cercare un'opportunità più stimolante. Lasciare un'azienda dopo sette anni non è semplice: bisognerà "reinventarsi", sostenere colloqui e spiegare ad alcuni recruiter i motivi delle dimissioni dopo quasi un decennio. Una cosa è certa: l'uomo era determinato a farlo e, a un certo punto, dalle parole è passato ai fatti.