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"Lavoro come ragazza alla pari a Parigi: è molto più difficile qui che altrove, vi spiego perché"

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Una ragazza alla pari che ha trovato lavoro a Parigi ha ammesso che svolgere questo lavoro in Francia è più difficile che altrove. Il motivo? Il carattere dei bambini. Ecco la sua testimonianza.

Molte ragazze italiane - soprattutto quelle che hanno studiato lingue - hanno lavorato per qualche mese come au pair, in italiano "ragazza alla pari". In buona sostanza, chi fa questo lavoro vive per un determinato periodo in casa di una famiglia straniera, avendo in cambio vitto, alloggio e una piccola somma di denaro. Alcune lo farebbero per tutta la vita, ma la legge europee che regolamenta il loro lavoro stabilisce che una au pair non possa avere più di trent'anni. I compiti più frequenti sono quelli di babysitting: far mangiare i bambini, accompagnarli a scuola, aiutarli nello studio, insegnare loro le faccende domestiche e via discorrendo.

Sarah Pascarella ha 22 anni e lavora come "ragazza alla pari" a Parigi.

Ad alcune potrebbe essere chiesto di tenere la casa pulita e in ordine, ma nessuna ragazza au pair, di norma, si occupa 7 giorni su 7 della pulizia della casa. Ad alcune viene chiesto di insegnare ai bambini la propria lingua madre. Com'è noto, gli esseri umani hanno maggiore facilità a imparare una lingua straniera se iniziano a studiarla da bambini. Tra le tantissime ragazze che, al momento, stanno lavorando come au pair c'è anche Sarah Pascarella, 22enne statunitense che ha ottenuto di andare a Parigi, capitale della Francia, a svolgere questo lavoro. A suo dire, i bambini francesi sono tra i più sinceri e diretti in circolazione. Se da un certo punto di vista può essere un pregio, per Sarah è anche una sfida quotidiana.

Ragazza alla pari a Parigi spiega perché qui è "difficile" fare questo lavoro

Nel video, la 22enne va dritta al punto: "Ogni giorno devo andare a prendere la bambina a scuola, la figlia della coppia che mi ospita. Sono americana, mi piace chiacchierare. Le faccio le domande standard su com'è andata a scuola e cosa abbia studiato. Lei mi guarda e mi dice in inglese: 'Odio quando mi fai queste domande'". Sarah commenta: "Ok, mi sa che queste sono le differenze culturali di cui molti parlano! Mi sa che qui odiano le chiacchiere inutili fin dalla nascita". Ma non è finita qui: "Ieri le ho mostrato la foto di una mia amica e mi ha detto: 'Non è una bella ragazza'". Nei secondi successivi, Pascarella spiega che la bambina emette dei suoni di sorpresa con la bocca che lei "odia". Nel video si capisce cosa intende:

"È davvero stancante avere a che fare ogni singolo giorno con i bambini francesi. Bisogna avere stomaco per fare la ragazza alla pari qui. È più difficile che altrove perché li crescono diversamente". L'ultima annotazione che fa: "Quando indosso i jeans larghi, dice che sembro un ragazzo e mi chiede perché li metto". E infine: "Io credo che i genitori insegnino loro fin da bambini a essere sempre e comunque sinceri, anche quando possono sembrare scortesi". Sebbene nel video abbia sottolineato i difetti, in un altro post ha anche elencato gli aspetti positivi della sua vita a Parigi: "Sono le sorelline che non ho mai avuto e credo che anche loro mi vedano come una familiare. Sono molto dirette ma io so rispondere a tono. La famiglia mi piace, non mi annoio mai in loro compagnia".

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