Il Dahu nell’arte

Una testimonianza inequivocabile dell’esistenza del dahu si trova in alcuni dei più famosi quadri mai realizzati. Per questioni di spazio abbiamo selezionato e vi proponiamo solo alcuni capolavori, scelti fra le centinaia di opere in cui è raffigurato il quadrupede oggetto del nostro studio.

L’osservatore attento potrà notare, nella celeberrima opera di Leonardo da Vinci, tra le aspre cime che fanno da sfondo all’enigmatico volto della Gioconda, un dahu ascendens, mentre quello che si intravede in lontananza nel dipinto “Bonaparte al Gran San Bernardo”, opera di Louis David datata 1801 è senz’altro un levogirus. Dahu 15 e dahu 16



La certezza che il dahu esista realmente e non sia un essere mitologico è avvalorata dalla constatazione che il nostro quadrupede montano si discosta in modo netto dalle creature leggendarie di ogni epoca e cultura.

A ben pensarci ogni animale mitologico ha “qualcosa in più”: Cerbero, il mastino a guardia dell’ingresso degli Inferi, ha tre teste; l’Idra è un serpente marino anfibio a nove teste; l’Unicorno è un cavallo con un corno in mezzo alla fronte; Pegaso è un cavallo con le ali piumate; il Grifone è una sorta di leone con la testa d’aquila e le ali.

Insomma hanno tutti qualche caratteristica morfologica addizionale.

Il dahu invece ha “qualcosa in meno”, è un essere manchevole, possiede due zampe più corte.

E l’essere umano ben si identifica nel dahu, perchè spesso si sente incompleto e carente.

Senza dimenticare che il dahu simboleggia la vita dell’uomo che, come l’acqua del fiume che scorre, o meglio, come il dahu, può andare in una sola direzione.

Testo e immagini tratte da Beronzo S., “Dahupedia, il grande libro del dahu”, per gentile concessione di LAR Editore